STAY HUMBLE, STAY HUNGRY

Alfa Omega –  Baket San Cesareo 65–78




Ci sono partite che pesano più dei due punti in classifica. Partite che, al di là del risultato, raccontano quale sia la direzione di una squadra, la sua identità, la sua maturità.

Contro  Basket San Cesareo, capolista meritatissima e squadra di altissimo livello per profondità, fisicità e qualità tecnica, l’Alfa Omega esce sconfitta 65–78.

Ma la fotografia reale della serata è più complessa del tabellone.


La prima metà: basket vero, basket bello


Per due quarti il PalaAlfa assiste a una delle migliori versioni stagionali dei nostri ragazzi.

Intensità, fiducia, gioco corale: la palla si muoveva veloce, i vantaggi venivano letti e sfruttati, il ritmo era alto ma controllato, l’energia difensiva alimentava l’attacco.I gialloblù costruiscono tiri puliti, mostrano personalità e chiudono avanti di 6 all’intervallo.Una prova che conferma una verità spesso dimenticata: l’Alfa, quando gioca da squadra, può competere con chiunque.

Compresa la prima della classe.


Il terzo quarto: la partita cambia


Il rientro dagli spogliatoi, però, ha un’altra storia da raccontare. San Cesareo sale di livello — ed è esattamente ciò che fanno le grandi squadre.Pressione, intensità, fisicità: tutto portato al massimo.L’Alfa, invece, commette il peccato più caro nel basket: perde la bussola proprio quando l’inerzia si muove.

La confusione offensiva cresce, la palla si ferma, i tiri diventano affrettati o timidi.

Gli errori alimentano il contropiede ospite, il ritmo cambia completamente e il parziale del terzo quarto incanala la partita nella direzione dei biancorossi.


Ultimo quarto: tentativo di rientro, ma poco ordine

Nel quarto periodo i Bad Boys provano a rimettere insieme i pezzi.

L’atteggiamento non manca, l’impegno nemmeno, ma la squadra fatica a ritrovare continuità e lucidità nelle scelte.

La gara sfugge nel finale, complicata anche dall’espulsione di un nervoso coach Sementilli — episodio che fotografa la frustrazione di un match che era iniziato con tutt’altro sapore.


Una nota doverosa sull’arbitraggio


Il basket è fatto di dettagli.

E quando una partita è bella, equilibrata e intensa come lo è stata per venti minuti, quei dettagli pesano. L’interpretazione arbitrale di alcuni episodi nel secondo tempo ha contribuito a spezzare ritmo, intensità e fluidità del gioco, irrigidendo la partita e creando un clima diverso da quello emerso nella prima metà.

Nessuna scusa, nessun alibi — San Cesareo ha meritato la vittoria e ha dimostrato perché è in testa al campionato.

Ma allo stesso tempo è giusto sottolineare come certe direzioni abbiano tolto continuità a uno spettacolo che poteva rimanere tale fino alla fine.


Il punto della stagione

Il bilancio della Serie C dice che l’Alfa sta crescendo, e lo sta facendo nel modo più difficile ma più efficace: attraverso le battaglie. La squadra ha identità, carattere, talento e un gruppo che — quando resta compatto — può mettere paura a chiunque. Serve continuità. Serve lucidità nei momenti caldi. Serve fiducia nei propri mezzi quando la partita cambia velocità. Soprattutto, serve restare squadra.

Questa, in fondo, è la condizione per competere davvero contro le migliori.

Il coach lo dice senza giri di parole: due partite in una. Brillante e coraggiosa la prima, frenetica e disordinata la seconda. La strada passa da qui: fiducia, calma, unità quando il livello sale.

E poi il messaggio finale, quello che al PalaAlfa conosciamo bene: testa bassa, sorriso, avanti. 

Sempre.


Restiamo sul pezzo

Dopo San Cesareo, arriva un doppio impegno tosto: mercoledì la capolista, domenica la trasferta dura a Borgo Don Bosco. È il momento di rimanere vivi, presenti, uniti.

È il momento dei Bad Boys. Ed è il momento del PalaAlfa. Perché questa squadra può far male. A tutti.

Ma solo se resta se stessa.


La Redazione




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